Lucia Lucilla Lauricella
fiorentina per nascita e di origine siciliana, sin da bambina ha amato la natura e ogni forma di creatività.
Di formazione umanistica e artistica, ha conseguito il diploma di maturità classica e la laurea in architettura con una tesi su I GIARDINI STORICI DI FIRENZE
Ha studiato disegno e pittura, fotografia, ceramica e sceneggiatura (realizzando alcuni cortometraggi) e inoltre si è interessata a varie materie olistiche (medicina integrata, feng shui, geobiologia, radiestesia) praticando anche discipline di benessere psico-fisico (movimento espressivo, danze sacre, canto armonico)
Ama la musica classica e la world music, le favole, i miti, le poesie e i classici delle letterature di tutto il mondo. Si è’ interessata a diverse tradizioni culturali attraverso l’esperienza diretta con i relativi esponenti, in una prospettiva interculturale e di pace.
Come architetto ha realizzato alcune ristrutturazioni di unità abitative in vecchi edifici di Firenze e dintorni e dopo 22 anni di lavoro nella pubblica amministrazione, attualmente vive nella campagna toscana, dove, oltre all’orto e al giardino, coltiva la passione per la fotografia, la scrittura e la ceramica e insieme al marito Vittorio Deiana sta ristrutturando la propria abitazione: CASALBERALBERA (La Casa dell’Alba dell’Era dell’Albero)
Dal 1999 porta avanti una propria ricerca artistica e spirituale dedicata agli Alberi, con una mostra personale itinerante dal titolo” LE FACCE DEGLI ALBERI, VIAGGIO NEL BOSCO ANIMATO” che dal 2006 viene ospitata in biblioteche, scuole, librerie, giardini botanici, centri olistici, manifestazioni culturali…
Nel 2011 ha partecipato alla mostra itinerante “Forest Magic Mountain” organizzata da il Bosco dei Poeti in occasione della Giornata Internazionale della Montagna
Dal 2015, insieme a un gruppo di associazioni, è promotrice della annuale Festa degli Alberi di Montespertoli in occasione della Giornata nazionale degli Alberi
Nel 2017 ha partecipato a " Prayer for Peace" - www.trentinofortibet.it www.boscodeipoeti.it
Pubblicazioni e recensioni:
Le Facce degli Alberi, catalogo della omonima mostra. Firenze, 2007.
Contributo fotografico per A.Barbagallo, Dalla Terra e dalla Pietra, Fi 2011
Il Quarzo Rosa settembre 2006
Costellazioni Sistemiche, Bollettino della Rete, Dicembre 2006
Aam Terra Nuova, Febbraio 2009
Spirito Libero, Ottobre 2009
Sara Pajossin, Gli Alberi e noi Umani, ed.Cisu 2015
"LE FACCE DEGLI ALBERI"
Lo stupore e l’incanto dell’improvvisa apparizione di un albero secolare in mezzo a una radura e poi la gioia di scoprire un volto impresso sulla corteccia, tra i rami o le radici…
Per Lucilla è sempre stato ovvio considerare gli alberi come creature vive.
Dai mandorli fioriti dell’infanzia siciliana, ai boschi delle prime vacanze nella materna Sila;
dai giardini storici della nativa Firenze, divenuti oggetto della sua tesi di laurea in architettura del paesaggio, a quel Pino “coetaneo” che il padre piantò alla sua nascita…
Così, stando spesso tra gli alberi, nel corso degli anni ha sviluppato il legame con il loro mondo, insieme all’attitudine non solo a scorgere le loro facce, ma anche a fissarle in immagini con la sua macchina fotografica,
sempre presente e pronta ad offrirsi come strumento di osservazione e di conoscenza…
Dalla presentazione della mostra alla Libreria LibriLiberi a Firenze - Aprile 2006
Gli alberi sono creature vive.
Se solo noi ci disponiamo all’ascolto, il loro spirito vitale può comunicare con il nostro
e, magari, decidere di rivelarsi. E…allora può succedere di iniziare a vedere delle facce!
Le innumerevoli facce che gli alberi possono mostrare all’occhio attento di chi guarda oltre,
perché si avvicina loro con l’animo di chi li sente vivi.
Considerarli vivi, per me, è stato sempre qualcosa di scontato -anche se,
ora che ho una maggiore consapevolezza, mi accorgo che il mio era quel genere d’amore che, a volte,
rischia di mancare di rispetto e persino diventare distruttivo,
come succede spesso tra gli umani quando si confonde l’amore con il bisogno di possesso!
Ma anche questo ho imparato grazie a loro!
Meditando con loro, stando in ascolto delle loro vibrazioni, sicuramente ho rafforzato il legame che già sentivo con il loro mondo.
Ma non so bene come mi sia ritrovata a sviluppare l' attitudine non solo a scorgere le loro facce,
ma anche a fissarle in immagini, fino ad accumulare, dal ’99 a oggi, una cospicua raccolta di foto.
Le facce degli alberi… o degli spiriti che in essi dimorano.
Perché negli alberi, secondo i miti e le fiabe di tutte le culture del mondo, dimorano gli Spiriti della Natura:
Creature eteree, capaci di mutare continuamente aspetto, e di manifestarsi come animali, piante e persone,
forme comunque riconoscibili dall’uomo in base alle sue aspettative.
E se, come scrive J.Hillman, “non siamo noi che personifichiamo, sono le epifanie che giungono a noi come persone”,
allora mi piace pensare che siano stati loro stessi, aprendomi i loro occhi, ad invitarmi a raccogliere le loro espressioni per mostrarle agli altri
affinché,con la loro simpatia, invogliassero al rispetto, così da contribuire ad avvicinare un po’ di più il nostro mondo al loro!
Questo è lo spirito che anima questa mostra, e questo forse è l’invito che gli alberi, con le loro mille facce, rivolgono a noi…
chissà, magari sperando, un giorno, di non dover più usare tra loro quel saluto –reso ormai famoso dal film d’animazione “La Foresta Magica”
che suona come un grido di protezione:“Che l’uomo ti ignori! “
"VIAGGIO NEL BOSCO ANIMATO"
Gli alberi custodiscono memorie e…raccontano storie, proprio come i libri.
Un’affascinante relazione accomuna l’albero e il libro: la radice della parola liber che li designa entrambi!
E allora, come ignorare che il libro esprime e divulga nelle sue infinite variazioni l’universalità di un tema che è l’essenza dell’umana avventura:
il viaggio dell’uomo, nel suo incessante dibattersi tra forze di segno opposto, alla faticosa ricerca dell’originario stato di integrazione e di unità;
e come ignorare che l’albero, con l’immediatezza della sua immagine, ne rappresenta la più efficace delle metafore?!
“Come in alto cosi in basso” recita un verso di ermetica sapienza,
ovvero: occorre penetrare negli abissi e conoscerne l’oscurità per poter riconoscere il chiarore della luce.
Come dire: occorre affondare radici molto forti nelle profondità della terra per poter innalzare rami altrettanto forti e sicuri verso il cielo.
Nella letteratura, nel mito e nelle fiabe di tutto il mondo, l’inizio di questo viaggio è segnato dall’attraversamento della soglia, passaggio ad una dimensione, un mondo, un livello di consapevolezza diverso.
A guardia di questa porta c’è una figura che fa da anello di congiunzione tra i mondi e che consente di intraprendere il cammino:
il guardiano della soglia. La prova da superare è forse la più difficile: quella di lasciare andare ogni resistenza della mente con le sue sovrastrutture razionali e abbandonarsi al linguaggio simbolico, il linguaggio dello spirito. Chiedendo il permesso al nostro guardiano, il piccolo gnomo del bosco bretone di Broceliande-magica dimora di Merlino e Morgana- varchiamo dunque anche noi questa porta, e penetriamo nel mondo incantato che gli alberi con le loro facce ci vogliono mostrare.
Un mondo fantastico, ma che non ci allontana dalla nostra realtà, anzi, nell’incontro con la ricca varietà dei suoi personaggi, ci offre una chiave simbolica per riconoscere e comprendere meglio il nostro stesso mondo.
Gli alberi, o meglio gli spiriti che in essi dimorano, sono apparsi in forme che mi hanno immediatamente suggerito un percorso, come di collegamento e progressivo avvicinamento, tra le due polarità della terra e del cielo.
Così, dopo i primi personaggi più legati alla terra, gli gnomi e i nani che dimorano tra le radici -custodi dei tesori dei mondi sotterranei-
troviamo dapprima i fauni e le driadi che abitano nel tronco dell’albero e costituiscono la vita animante della pianta -e quindi del mondo vegetale-,
e ancora oltre gli spiritelli ed i folletti che con la loro mutevolezza assumono sembianze di animali ed esseri umani,
fino ad arrivare ad incontrare quei personaggi totemici che, protendendo le braccia verso il cielo, si pongono in relazione col mondo etereo.
Qui la vibrazione, il movimento, la danza, sono il simbolo di una realizzazione che si esprime nel fluire con il ritmo della vita, entrando in sintonia con la pulsazione e il respiro della natura.
A conclusione del percorso, l’immagine del danzatore, è un invito a proseguire il cammino in questa direzione, la direzione dell’armonia.